Che cos’è il diritto? A che cosa serve?
Sicuramente ti sarai già domandato prima d’ora: “Che cos’è il diritto?”, “A che cosa serve?”. Magari proprio durante un’accesa discussione di attualità e proprio in quel momento ti sei ritrovato senza una risposta utile.
Rispondere a questa domanda non sempre è facile, in quanto tante volte non si sa da dove partire. Difatti la definizione di diritto può assumere tante sfaccettature, diverse a seconda della necessità ricercata.
Oltretutto è strapieno di complesse definizioni tecniche, che il più delle volte ci interessa poco di approfondire e studiare.
A noi la speranza di riuscire ad essere i più chiari possibile nell’esposizione di questi concetti.
Che cos’è il diritto?
Perciò, che cosa è il diritto? E ti risponderò in poche e semplici parole:
Il diritto è una pretesa qualificata riconosciuta all’interno di una società.
Queste poche parole, lette la prima volta, possono probabilmente creare solo più confusione, ma vediamole assieme.
Per comprendere “che cosa è il diritto” dobbiamo chiederci: perché ci serve?
Siamo onesti, a discapito della mia formazione universitaria e di millenni di studi giuridici, dobbiamo dirlo: Possiamo vivere senza il diritto! Non è essenziale alla nostra esistenza, non siamo soliti cucinarlo a pranzo, riusciamo serenamente a dormire senza, non ci fa stare fisicamente meglio nè, tanto meno, serve alla nostra salute. MA ALLORA A COSA DIAVOLO SERVE?!
Premetto che condivido interamente tutte le affermazioni sopra elencate e se vivessi da solo in un mondo sperduto della galassia, privo di qualunque relazione umana, non mi preoccuperei oltre.
MA NON È’ COSÌ’! Noi tutti viviamo in una società, ricca di tante varietà e strapiena di persone, un mondo infinito in cui la nostra vita è UNA sola, su miliardi di altre vite umane.
Per cui abbiamo necessità di regole, e perciò: il diritto ci serve, perchè siamo e viviamo in una società.
Essendo essenziale vivere in una società, formata di infinite relazioni umane, possiamo iniziare a comprendere cosa possa voler dire “una pretesa qualificata” all’interno di quella società.
I due diversi punti di vista
A questo punto dobbiamo visualizzare due diversi punti di vista:
- Io, nella mia persona, che pretendo un qualcosa da parte della società;
- La società, nella sua complessità, che pretende un qualcosa da me.
Sembrano due pretese diverse, ma in realtà individuano la stessa cosa in termini differenti. Infatti, perchè si possa realizzare la mia pretesa, deve esistere una società che la riconosca e la qualifichi come tale e perciò la definisca come un mio diritto.
Ma allo stesso tempo, perché la mia pretesa possa essere definita come un mio diritto, deve essere qualificata all’interno di un sistema di regole necessario, composto di norme giuridiche e chiamato ordinamento giuridico.
Ed è qui che nasce il diritto! In questa divisione, che i tecnici definiscono come:
- diritto in senso soggettivo: la pretesa qualificata
- diritto in senso oggettivo: il sistema di regole necessario per formare l’ordinamento giuridico.
Esempio
Vediamo meglio un semplice esempio:
Decido di comprare una macchina. Preparo i soldi necessari, cerco i miei documenti personali e mi reco in una concessionaria. Attendo il mio turno, gentilmente chiedo all’impiegato se fosse ancora disponibile quella bella due posti sportiva rossa fiammante esposta in vetrina.
L’impiegato con un gran sorriso me ne conferma la disponibilità e inizia a disporre le carte per l’acquisto. Stampa, pinza, firma, paga e alla fine mi dice: “Complimenti! Lei è il proprietario di questo gioiello!”.
Con una punta di soddisfazione per l’apprezzamento, me ne esco a bordo del “mio gioiello” e decido di recarmi in un locale per festeggiare l’acquisto. Ma neanche arrivato al bancone del bar, mi giro e vedo due antipatici figuri che se ne scappano a bordo del mio fresco acquisto: in parole povere mi hanno rubato la macchina.
Mi giro incredulo dal barista. Il buonuomo cerca di tranquillizzarmi, dicendomi di fare subito la denuncia e che la polizia troverà subito la macchina.
Così preso ancora dallo sconcerto mi dirigo (a piedi!) al vicino commissariato e faccio la denuncia nella speranza che il “mio gioiello” venga ritrovato. Ma qua inizia un’altra storia…
Ora, quanto sopra descritto è uno stupidissimo esempio, ma è talmente tanto stupido quanto intriso di diritto, di pretese qualificate e di ordinamento giuridico.
Infatti, il fatto che mi venga riconosciuta la proprietà della macchina, insieme al mio diritto esclusivo di goderne interamente, è una pretesa che l’ordinamento giuridico riconosce e qualifica come tale.
E questo avviene proprio perché esiste un sistema di regole, ossia l’ordinamento giuridico, a cui tutti noi attribuiamo un valore sociale e giuridico, tale per cui si possano riconoscere e qualificare tutte le pretese!
In alternativa, se non viene garantita la pretesa (perciò il mio diritto) di godere della mia macchina allora io chiamerò in aiuto lo “Stato”, che rappresenta il gestore unico dell’ordinamento giuridico, il quale farà in modo che la mia pretesa sia rispettata da tutti, definendola come un diritto.
Perciò detta in breve la possiamo vederla come un gioco: Tutti noi accettiamo delle regole affinché anche gli altri a loro volta le riconoscano, ma se qualcuno non le rispetta ci sarà un gestore a garantirne il rispetto.
Perciò: “Che cos’è il diritto?”
Risposta:
“Il diritto è tutto ciò che ci consente di esprimere delle pretese in una società e fare in modo che vengano riconosciute come tali, con la consapevolezza che ogni pretesa è individuata dentro un sistema di norme giuridiche, chiamato anche ordinamento giuridico”.
Nelle slides successive amplieremo tanti altri aspetti trattati qui sopra.