Villaggio Sardegna: l’industria delle vacanze

L’industria a cielo aperto

Il turismo è una industria. Le industrie sono tanto produttive quanto inquinanti. Esistono delle normative complesse che regolano l’inquinamento, considerati i danni sociali e sanitari causati.

Avere stabilimenti industriali sotto casa aiuta ad incrementare il numero di impiegati e di tutte le attività collaterali necessarie a lavoratori e famiglie.

Il turismo è la nuova industria dei paesi geograficamente e/o artisticamente fortunati, ma come tutte le produzioni industriali è inquinante.

Diventa sofferentemente inquinante nel momento stesso in cui non esiste programmazione e tutto rimane gettato al caso; nel momento in cui non esistono altri profili di sviluppo economico; nel momento in cui l’unico modo per far finta di far andare bene le cose è “vendere turismo”.

Aver condotto le città alla stregua di villaggi turistici ha distrutto la vita di chi le città le popola; di chi ci mangia tutti i giorni; di chi le vive.

Perché vivere dentro un villaggio turistico non consente di vivere una vita normale: prezzi dell’alimentare fuori controllo; gestione affitti senza limite; disponibilità di mezzi e parcheggi fuori misura; accesso alle risorse idriche difficoltoso; smaltimento rifiuti e troppo altro. Tutti aspetti di una vita che non può permettersi chi popola una realtà cittadina, in questa maniera.

La programmazione di un modello di sviluppo

La programmazione di uno modello di sviluppo aiuterebbe ad evitare una gestione anarchica, ma come individuare il giusto modello? Ogni persona privilegia il proprio e crea conflitti tra imprenditori e comuni cittadini.

L’assenza di una decisione, purtroppo, porta alla confusione sociale, così da consentire a fenomeni esterni la trasformazione della vita cittadina e di provincia ed imporre speculazioni improvvisate su tutti gli ordini economici: energetico, industriale, sanitario, residenziale, turistico. In parole povere: caos.

Chi deve prendere queste decisioni? I cittadini nel tramite delle proprie istituzioni politiche, ma pur sempre la scelta rimane in capo alle persone che vivono una realtà geografica. Pertanto, dobbiamo iniziare a diventare bravi nel chiedere risposte a chi ci rappresenta nelle istituzioni. Non possiamo più permetterci di vivere alla giornata.

Servono soluzioni di sviluppo economico che possano consentirci di vivere i nostri spazi e realizzarci economicamente, senza creare annosi conflitti, i quali poi andranno a risolversi nell’arricchimento di pochi speculatori sulle spalle di troppi cittadini.

Un modello di sviluppo condiviso, che ci faccia restare e crescere sotto tutti gli aspetti.

Il solo turismo

Il turismo è importante e fondamentale per la Sardegna, ma non è l’unico sviluppo economico e se ne chiede il più urgente controllo e programmazione.

La Sardegna non è un villaggio turistico. Non è accettabile. La Sardegna è una grande isola che può offrire i massimi sviluppi economici sotto tutti i profili, primo su tutti l’agricoltura, allevamento e anche turismo.

Continuare ad uccidere l’economia e la cittadinanza sarda, in questo modo, è criminale: chi può scappa; chi non può resta; chi ci guadagna resta fino a quando ha interesse.

Chi resterà anche domani?